HHC: amore per la cannabis o per il dio denaro?
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Molto è l'interesse per un composto chimico poco noto fino a tempi recenti: l'HHC.
Trovandosi in natura nella canapa in quantità minime, a livello di "tracce", viene spesso promosso online come il cugino del THC con una serie di attributi apparentemente positivi.
È facile trovare infatti diversi articoli dove si pone l'accento sul fatto che si legherebbe agli stessi recettori a cui si lega il THC provocando effetti "simili" e che, non essendo un composto esplicitamente vietato in molte nazioni sarebbe quindi "legale" e molto probabilmente sicuro da aggiungere alla cannabis legale, ovvero nebulizzata, spruzzata su infiorescenze di Cannabis Sativa L. Questo composto sarebbe, infine, molto facile da sintetizzare in laboratorio con un processo di idrogenazione, simile per esempio ai processi con cui si trasforma l'olio vegetale in margarina. I più attenti fanno notare come non ci siano dati sulla sicurezza o meno di questo composto mentre spesso alcuni sembrano lasciar inferire come l'origine naturale del composto trovato in tracce nella cannabis possa garantire in qualche modo una supposta sicurezza d'uso del composto sintetico.
Noi di WeeDiamo abbiamo deciso di assumere una posizione netta ed inequivocabile: non tratteremo mai composti sintetici né infiorescenze o estratti trattati in qualsiasi modo con composti estranei, indipendentemente dall'origine degli stessi.
Crediamo che la pianta di canapa sia un fantastico laboratorio naturale e vogliamo sostenere la cultura e coltura di questa pianta meravigliosa sostenendo chi la produce con passione. I laboratori sono alleati fondamentali per questa industria, sia per la ricerca, la certificazione ed anche per la produzione quando consideriamo estratti e distillati di alta qualità; tuttavia riteniamo che promuovere un composto sintetico sia fortemente negativo per tutta la filiera in aggiunta ai timori per la salute vista anche la cattiva reputazione medica che hanno la maggior parte di composti tradizionalmente ottenuti tramite idrogenazione.
Altro punto importante riguarda l'orientamento del settore stesso della cannabis, e nel caso italiano della cannabis "light". Se davvero infatti l'intento è quello di liberalizzare un uso ricreativo di sostanze psicotrope riteniamo che bisognerebbe puntare maggiormente sulla lotta antiproibizionista e la promozione della pianta naturale anziché cercare di aggirare o accorciare il problema introducendo sul mercato un composto sintetico che con la pianta coltivata ha poco a che fare. Sembra legittimo domandarsi quale sia la volontà che spinge alcuni a promuovere un prodotto del genere: amore per la cannabis o per il dio denaro?
È inoltre cruciale a nostro avviso soffermarsi su come l'introduzione e la libera vendita di un composto del genere possa esporre tutta l'industria ad attacchi politico-culturali che avrebbero un appiglio più consistente rispetto al passato senza menzionare come a livello legale non riteniamo che ci sia questa zona grigia che alcuni affermano, chi ha vissuto i primi anni 2000 si ricorderà infatti come sono finite i famosi Smart Shops che avevano aperto per un paio di anni prima di dover drasticamente chiudere i battenti.
Sembra infine essere quindi anche legalmente rischioso per un rivenditore avventurarsi per la strada del HHC. A questo proposito ed a riguardo della storia della scoperta del composto consigliamo la lettura di questo articolo di Dolce Vita, come sempre molto ben ricercato, sintetico e dritto al punto.
WeeDiamo tratta solo prodotti naturali ed estratti derivati da fonti naturali, senza alcun composto o prodotto di sintesi. Sosteniamo l'antiproibizionismo e la lotta socio-culturale atta a liberalizzare, depenalizzare o legalizzare l'uso della cannabis e gli estratti di cannabis in tutte le sue forme naturali.